Project Tempest : Hawker Tempest MkV - Eduard modelkit scale 1:48
Mer Mar 21, 2012 11:45 pm
Ciao a tutti,
dopo un periodo di assenza, rieccomi con un nuovo progetto: Tempest!
Come dice il nome, si tratta del modello recentemente introdotto dalla Eduard in scala 1:48.
Non posso al momento fornire alcun commento su questo kit che a tutta prima, sembrerebbe piuttosto completo. Non mancano infatti parti in resina (interni) e bellissime stampate di photoetched (Eduard).
Il modello invece risulta abbastanza scarso di dettagli ( soprattutto nei pannelli, dove mancano completamente le rivettature). Ho già realizzato che mi aspetta un bel lavoretto extra, ma credo che il modello ne valga la pena.
Come aftermarket, ho acquistato uno splendido propulsore Napier Sabre Mk II in scala 1:48 della CMK, Photoetched supplementari relativi ai flaps (per abbassarli ), Quickboost exhausts (aperti) e foglio di lamierino per i rivestimenti dei pannelli.
Come prima operazione, ho cercato di attenuare l'eccessiva patina con un bagno a base di acqua e semplice detersivo .dopo un periodo di assenza, rieccomi con un nuovo progetto: Tempest!
Come dice il nome, si tratta del modello recentemente introdotto dalla Eduard in scala 1:48.
Non posso al momento fornire alcun commento su questo kit che a tutta prima, sembrerebbe piuttosto completo. Non mancano infatti parti in resina (interni) e bellissime stampate di photoetched (Eduard).
Il modello invece risulta abbastanza scarso di dettagli ( soprattutto nei pannelli, dove mancano completamente le rivettature). Ho già realizzato che mi aspetta un bel lavoretto extra, ma credo che il modello ne valga la pena.
Come aftermarket, ho acquistato uno splendido propulsore Napier Sabre Mk II in scala 1:48 della CMK, Photoetched supplementari relativi ai flaps (per abbassarli ), Quickboost exhausts (aperti) e foglio di lamierino per i rivestimenti dei pannelli.
Dopo averlo ben asciugato, ho passato una mano di "nero di marte" per tirar fuori subito le incisioni dei pannelli avendo la necessità di ricostruire il vano motore con i relativi pannelli aperti.
Ho iniziato a fare delle semplici prove ed il risultato promette bene ma ci sarà moltooooooooooo da fare.
Eccovi i primi scatti
A prestissimo e come sempre, buonissimo modellismo a tutti.
aquatarkus10
per maggiori info & pics http://www.adventurephotomodels.com
- OspiteOspite
Re: Project Tempest : Hawker Tempest MkV - Eduard modelkit scale 1:48
Mar Apr 03, 2012 8:51 pm
Ciao Giorgio,
il lamierino ti serve per realizzare la capottatura del propulsore in sostituzione della plastica?
Buon lavoro.
microciccio
il lamierino ti serve per realizzare la capottatura del propulsore in sostituzione della plastica?
Buon lavoro.
microciccio
Re: Project Tempest : Hawker Tempest MkV - Eduard modelkit scale 1:48
Mer Apr 04, 2012 10:59 pm
microciccio ha scritto:Ciao Giorgio,
il lamierino ti serve per realizzare la capottatura del propulsore in sostituzione della plastica?
Buon lavoro.
microciccio
Ciao Paolo
Grazie per la visita e soprattutto per i tuoi preziosissimi commenti.
Il lamierino, come hai potuto notare dalle foto scattate all"Ali-Cat" servono più che per sostituire la capottatura del propulsore, per correggere i maledetti "ritiri" della plastica dopo l'eventuale taglio.
Quello che ho fatto sul Tomcat è stata una vera e propria "foderatura" (se così si può dire) di alcuni pannelli posti sulle gondole dei motori dell'F 14 per cercare di ricreare l'effetto "stress" del metallo provocato dalla pressione generata dalle forti velocità.
In questo caso invece, avendo in mente di alloggiare a vista ( solo da un lato ) il motore Napier Sabre MkII, il lamierino mi aiuta sia per ricreare l'effetto metallico della capottatura ma soprattutto per restituire la parte della plastica persa durante il taglio del pannello laterale necessario per garantire l'ispezione del propulsore.
Ecco le nuove foto attraverso le quali, puoi seguire questo procedimento.
Ciao .
Giorgio
Re: Project Tempest : Hawker Tempest MkV - Eduard modelkit scale 1:48
Mer Apr 04, 2012 11:36 pm
Ecco le prime foto del mitico Napier Sabre MkII in scala 1:48 prodotto dalla CMK.
Il propulsore, risulta veramente bello, scolpito finemente con un dettaglio impressionante. Brava CMK, hai fatto un ottimo lavoro.
Per il colore, mi sono rivolto alla pluripremiata ed irrinunciabile ModelMaster con i suoi inarrivabili "Metalizer". In particolare ho utilizzato il nero metal ed il "Burnt" metal.
Dopo aver dato una leggerissima mano di fondo con i metals, ho leggerissimamente rischiarato alcune parti in ombra con pigmento mixato ( bianco,grigio e tabacco ).
Ho infine appena accennato alcuni punti di fissaggio e cavi di collegamento con un pencil color argento a punta fine ( insostituibile per questi lavori di micro rifinitura ).
In precedenza, ho tagliato alcuni pannelli per consentire l'ispezione " a vista " del propulsore.
A questo punto, entrerà in gioco il lamierino per compensare il "ritiro" della plastica in conseguenza della linea di taglio.
Il lavoro è appena partito in quanto, al bello del motore, devesi mettere in preventivo, la costruzione " rigorosamente in "scratch" del relativo supporto tubolare ovvero anche conosciuto come "castello motore" con tutti i relativi collegamenti.Il propulsore, risulta veramente bello, scolpito finemente con un dettaglio impressionante. Brava CMK, hai fatto un ottimo lavoro.
Per il colore, mi sono rivolto alla pluripremiata ed irrinunciabile ModelMaster con i suoi inarrivabili "Metalizer". In particolare ho utilizzato il nero metal ed il "Burnt" metal.
Dopo aver dato una leggerissima mano di fondo con i metals, ho leggerissimamente rischiarato alcune parti in ombra con pigmento mixato ( bianco,grigio e tabacco ).
Ho infine appena accennato alcuni punti di fissaggio e cavi di collegamento con un pencil color argento a punta fine ( insostituibile per questi lavori di micro rifinitura ).
In precedenza, ho tagliato alcuni pannelli per consentire l'ispezione " a vista " del propulsore.
A questo punto, entrerà in gioco il lamierino per compensare il "ritiro" della plastica in conseguenza della linea di taglio.
Alla prossima e come sempre, buon modellismo a tutti.
Giorgio
Re: Project Tempest : Hawker Tempest MkV - Eduard modelkit scale 1:48
Dom Apr 08, 2012 9:49 pm
Ciao a tutti.
Posso dedicare qualche momento per documentare gli ultimi lavori sul Tempest.
Dopo aver assemblato e dipinto il propulsore Napier Sabre MkII, ho provveduto a separare il timone ed a ridefinire i pannelli tagliati per consentire dal lato interessante, l'ispezione del motore.
Ho assotigliato tutte le pareti a vista in modo da uniformarsi con il rivestimento in metallo cheandrò a sperimentare.
A questo punto, ho cominciato ad applicare in simulazione ( affrancando i pannelli solo con del nastro bioadesivo) i pannelli in lamierino preventivamente lavorato ( rivettato ed inciso) come nell'originale anzi aumentandone il dettaglio con le rivettature del tutto assenti e questo è il primo risultato:
Alla prossima, e come sempre restate sintonizzati e buonissimo modellismo a tutti
Giorgio
Posso dedicare qualche momento per documentare gli ultimi lavori sul Tempest.
Dopo aver assemblato e dipinto il propulsore Napier Sabre MkII, ho provveduto a separare il timone ed a ridefinire i pannelli tagliati per consentire dal lato interessante, l'ispezione del motore.
Ho assotigliato tutte le pareti a vista in modo da uniformarsi con il rivestimento in metallo cheandrò a sperimentare.
A questo punto, ho cominciato ad applicare in simulazione ( affrancando i pannelli solo con del nastro bioadesivo) i pannelli in lamierino preventivamente lavorato ( rivettato ed inciso) come nell'originale anzi aumentandone il dettaglio con le rivettature del tutto assenti e questo è il primo risultato:
Alla prossima, e come sempre restate sintonizzati e buonissimo modellismo a tutti
Giorgio
Re: Project Tempest : Hawker Tempest MkV - Eduard modelkit scale 1:48
Dom Apr 22, 2012 5:09 pm
Ciao a tutti.
Riprendiamo in mano il progetto Tempest.
Dopo aver simulato (con successo e gradimento) la pannellatura (completamente reincisa e rivettata ) sulla coda e parte posteriore, faccio tesoro di quello che mi è stato fatto notare sul Forum di Britmodeller da parte di modellisti che mi hanno preceduto in questa avventura: foto a dimostrazione ( fonte The Tempest Home Page) la coda del kit prodotto da Eduard, risulterebbe più grossa e dunque, come spiegatomi, dovrà essere ridotta (carteggiata) per risultare più aderente all'originale.
Provvedo a rimuovere delicatamente i pannelli di lamierino ( utilizzati per ora solo a scopo dimostrativo ) e procedo di lima e carteggio sulla coda del modello.
Fatto questo, autocostuisco le pannellature interne in lamierino rivettato e centine in plasticard (forato) inserendo negli appositi alveoli ( realizzati in plasticard) i cavi e tiranti.
Esaurito anche questo compito, mi occupo delle pannellature laterali. Queste fortunatamente sono fornite dalla Eduard a corredo del kit.
Sono in resina e finemente realizzate con dettaglio prossimo alla perfezione.
Dopo aver dato agli interni una passata di "nero di Marte", ripulisco il tutto velocemente con panno morbido di cotone e cotton fioc : dopo aver effettuato il "lavaggio", lascio asciugare e quando sarà pronto, procederò alla definitva colorazione degli interni.
Intanto, pratico un foro nel motore Napier Sabre MkII dove inserisco un perno di metallo per agganciare l'elica. A proposito del motore, quello che vedete, è il propulsore con una colorazione di fondo metal black che mi verrà utile per dare volume e creare un effetto metallico quando stenderò quella definitiva standard ovvero, di colore verde ( faccio molta fatica a farmene una ragione ma tant'è!).
Riprendiamo in mano il progetto Tempest.
Dopo aver simulato (con successo e gradimento) la pannellatura (completamente reincisa e rivettata ) sulla coda e parte posteriore, faccio tesoro di quello che mi è stato fatto notare sul Forum di Britmodeller da parte di modellisti che mi hanno preceduto in questa avventura: foto a dimostrazione ( fonte The Tempest Home Page) la coda del kit prodotto da Eduard, risulterebbe più grossa e dunque, come spiegatomi, dovrà essere ridotta (carteggiata) per risultare più aderente all'originale.
Provvedo a rimuovere delicatamente i pannelli di lamierino ( utilizzati per ora solo a scopo dimostrativo ) e procedo di lima e carteggio sulla coda del modello.
Fatto questo, autocostuisco le pannellature interne in lamierino rivettato e centine in plasticard (forato) inserendo negli appositi alveoli ( realizzati in plasticard) i cavi e tiranti.
Esaurito anche questo compito, mi occupo delle pannellature laterali. Queste fortunatamente sono fornite dalla Eduard a corredo del kit.
Sono in resina e finemente realizzate con dettaglio prossimo alla perfezione.
Dopo aver dato agli interni una passata di "nero di Marte", ripulisco il tutto velocemente con panno morbido di cotone e cotton fioc : dopo aver effettuato il "lavaggio", lascio asciugare e quando sarà pronto, procederò alla definitva colorazione degli interni.
Intanto, pratico un foro nel motore Napier Sabre MkII dove inserisco un perno di metallo per agganciare l'elica. A proposito del motore, quello che vedete, è il propulsore con una colorazione di fondo metal black che mi verrà utile per dare volume e creare un effetto metallico quando stenderò quella definitiva standard ovvero, di colore verde ( faccio molta fatica a farmene una ragione ma tant'è!).
Per il momento questo è tutto.
A presto e come sempre, buonissimo modellismo a tutti.
Giorgio
Re: Project Tempest : Hawker Tempest MkV - Eduard modelkit scale 1:48
Lun Mag 07, 2012 10:44 pm
Ciao a tutti.
Rieccoci con un piccolo aggiornamento.
Finalmente procediamo con la definitiva colorazione del potente propulsore Napier Sabre MkII nel classico color green.
Applico gli exhaust in resina prodotti dalla Quickboost (opzionali) al posto di quelli forniti dalla Eduard e di quelli prodotti dalla CMK unitamente al propulsore Napier Sabre.
Il motivo di tale scelta risiede semplicemente nel fattore estetico. Quelli della Quickboost (in realtà previsti per il Typhoon) presentano una linea di dettaglio maggiore così come una apertura finale maggiore e più profonda ma questo è solo un parere e gusto mio personale.
Fatto questo, cerco di dettagliare ancora il vano propulsore autocostruendo la paratia di appoggio per fissare il castello del motore ed i relativi cavi di collegamento.
Autocostruisco il castello doneo a sostenere il motore e per fare ciò, sono ricorso ai vari disegni e foto del modello reale facilmente reperibili in rete.
Chi fosse interessato ad approfondire suggerisco questi due siti: http://www.hawkertempest.se/ e http://www.abpic.co.uk/.
Infine applico il radiatore con la stampata di fotoincisione prodotta della Eduard.
Prima di procedere a tale operazione, inserisco l'apposito supporto e taglio l'aletta per poter creare l'apertura inferiore del blocco con la relativa discesa ed i suoi bracci estesi.
Rieccoci con un piccolo aggiornamento.
Finalmente procediamo con la definitiva colorazione del potente propulsore Napier Sabre MkII nel classico color green.
Applico gli exhaust in resina prodotti dalla Quickboost (opzionali) al posto di quelli forniti dalla Eduard e di quelli prodotti dalla CMK unitamente al propulsore Napier Sabre.
Il motivo di tale scelta risiede semplicemente nel fattore estetico. Quelli della Quickboost (in realtà previsti per il Typhoon) presentano una linea di dettaglio maggiore così come una apertura finale maggiore e più profonda ma questo è solo un parere e gusto mio personale.
Fatto questo, cerco di dettagliare ancora il vano propulsore autocostruendo la paratia di appoggio per fissare il castello del motore ed i relativi cavi di collegamento.
Autocostruisco il castello doneo a sostenere il motore e per fare ciò, sono ricorso ai vari disegni e foto del modello reale facilmente reperibili in rete.
Chi fosse interessato ad approfondire suggerisco questi due siti: http://www.hawkertempest.se/ e http://www.abpic.co.uk/.
Infine applico il radiatore con la stampata di fotoincisione prodotta della Eduard.
Prima di procedere a tale operazione, inserisco l'apposito supporto e taglio l'aletta per poter creare l'apertura inferiore del blocco con la relativa discesa ed i suoi bracci estesi.
Alla prossima.
aquatarkus10
Update
Ven Mag 25, 2012 10:49 am
Ciao a tutti.
Ecco un altro "update" che riguarda soprattutto la tecnica utilizzata per andare a rivestire completamente il modello, con un leggerissimo foglio di alluminio.
Ripartiamo da dove ci siamo lasciati nell'ultimo post.
Una volta fissato il propulsore Napier Sabre MkII derlla CMK al suo "castello" autocostruito (mancano ancora le cavetterie di collegamento, gli ancoraggi per il rivestimento esterno ed i tubolari al pavimento) ed inserito il frontalino del radiatore in fotoincisione fornito dalla Eduard, mi posso concentrare ora, sul rivestimento esterno in lamierino e rinviare l'allestimento definitivo del cockpit , all'esito di questa importantissima quanto fondamentale esecuzione attuata in via del tutto sperimentale avendola utilizzata sino ad ora, solo ed esclusivamente in via occasionale e per particolari situazioni.
Infatti, sarebbe assai più difficile e comunque poco pratico, rivestire il modello già chiuso ed assemblato soprattutto in vista della particolarissima foggia del muso del Tempest.
Come ho già avuto modo di anticipare nei precedenti post, questa tecnica ( in via di sperimentazione dal sottoscritto per la prima volta in modo completo su questo modello ) mi consente di rivedere l' oggetto, sotto un profilo del tutto inedito e piacevolmente diverso almeno per me.
Sicuramente, vi posso garantire che questo è un lavoro molto, molto impegnativo ma se mi permettete, di grandissima soddisfazione. Seguitemi.
Per prima cosa, preparo luna sorta di "dima" del pannello che intendo riprodurre. Per fare ciò, ho trovato utile ritagliare da un foglio per lucidi (reperibile presso qualsiasi negozio di belle arti) , un pezzetto sufficientemente grande sul quale ricalcare letteralmente, con un pennarello ( a scrittura indelebile mi raccomando) adatto allo scopo, il contorno completo (anche di rivetti ed eventuali seriografie preincise quali sportelli, vani ecc.) della pannellatura che mi interessa.
Controllata e verificata la coincidenza dei due pannelli sovrapponendo il "film" ottenuto con la dima all'originale, procedo a questo punto, a ricostruire fisicamente il pannello in questione.
Per non rischiare ritagli storti o comunque non corretti, unisco con del nastro adesivo ( tipo Tesa o Tamya) il pannello "ricalcato" al pezzo di lamierino che mi serve cercando di sovrapporli e farli aderire perfettamente.
Con l'aiuto di una forbice ed un cutter ( quest'ultimo dovrebbe essere molto preciso, tipo bisturi per intenderci) vado finalmente a ritagliare ( procedendo con taglio diritto oppure rotondo a seconda della sagoma, cercando di essere il più preciso possibile ), il pannello ottenendo così un "clone".
Conservo la "dima" utilizzata per realizzare il pannello (clone), in quanto questa operazione, dovrà essere ripetuta in futuro, magari per una seconda o forse terza volta. I lati del modello sono infatti due e quindi, è sufficiente posizionare la "dima" nel verso opposto per ottenere il pannello necessario al lato contrario.
Risparmiare un poco di tempo in un lavoro del genere, non può che far piacere.
Questo è tuttavia solo il principio perchè ora, si dovrà procedere ad una prova prima di fissare il pannello definitivamente. Ricordiamoci che il lamierino, una volta fissato con del cianoacrilico flex, se dovesse venire rimosso per qualsiasi motivo (anche un banale ripensamento) difficilmente potrebbe essere ancora utilizzabile.
Personalmente, non lesino mai sui miei modelli, prove e simulazioni ( a prescindere da questa tecnica) per non trovare brutte, anzi bruttissime sorprese e potete scommettere che nonostante ciò, le sorprese arrivano sempre e quando meno te le aspetti .
Verificata la idoneità del pannello "clonato", apportati gli eventuali aggiustamenti ( non dimentichiamo che alla fine, per conferire omogeneità all'intero lavoro, sarà sicuramente necessario intervenire con i soliti strumenti di limatura, carteggiatura e stuccatura e dunque lucidatura finale) procedo alla fase di reincisione ove richiesta ( sportelli, vani, linee di fuga ecc.) e di rivettatura " a punzone " ovvero quella più marcata ( di solito presente sulla chiusura dei coprimotori dove si allaccia al castello o sui bordi d'attacco delle ali ) ed infine, a quella standard servendomi della rivettatrice scalata seguendo le linee dei pannelli e riservando di completare questo lavoro, quando tutti i pannelli sono fissati.
[justify]Il motivo di ciò è semplice, le rivettature devono essere omogenee e quindi segnare il percorso dall'inizio alla fine e non interrompersi tra un pannello e l'altro.
Nei modelli reali, le rivettature indicano la ribattuta del pannello esterno contro la struttura interna e tale dovrebbe essere rispettata "anche idealmente" sul nostro modello.
Terminata questa prima fase, comincio ad applicare i pannelli già pronti e verificati.
Ecco un altro "update" che riguarda soprattutto la tecnica utilizzata per andare a rivestire completamente il modello, con un leggerissimo foglio di alluminio.
Ripartiamo da dove ci siamo lasciati nell'ultimo post.
Una volta fissato il propulsore Napier Sabre MkII derlla CMK al suo "castello" autocostruito (mancano ancora le cavetterie di collegamento, gli ancoraggi per il rivestimento esterno ed i tubolari al pavimento) ed inserito il frontalino del radiatore in fotoincisione fornito dalla Eduard, mi posso concentrare ora, sul rivestimento esterno in lamierino e rinviare l'allestimento definitivo del cockpit , all'esito di questa importantissima quanto fondamentale esecuzione attuata in via del tutto sperimentale avendola utilizzata sino ad ora, solo ed esclusivamente in via occasionale e per particolari situazioni.
Infatti, sarebbe assai più difficile e comunque poco pratico, rivestire il modello già chiuso ed assemblato soprattutto in vista della particolarissima foggia del muso del Tempest.
Come ho già avuto modo di anticipare nei precedenti post, questa tecnica ( in via di sperimentazione dal sottoscritto per la prima volta in modo completo su questo modello ) mi consente di rivedere l' oggetto, sotto un profilo del tutto inedito e piacevolmente diverso almeno per me.
Sicuramente, vi posso garantire che questo è un lavoro molto, molto impegnativo ma se mi permettete, di grandissima soddisfazione. Seguitemi.
Per prima cosa, preparo luna sorta di "dima" del pannello che intendo riprodurre. Per fare ciò, ho trovato utile ritagliare da un foglio per lucidi (reperibile presso qualsiasi negozio di belle arti) , un pezzetto sufficientemente grande sul quale ricalcare letteralmente, con un pennarello ( a scrittura indelebile mi raccomando) adatto allo scopo, il contorno completo (anche di rivetti ed eventuali seriografie preincise quali sportelli, vani ecc.) della pannellatura che mi interessa.
Controllata e verificata la coincidenza dei due pannelli sovrapponendo il "film" ottenuto con la dima all'originale, procedo a questo punto, a ricostruire fisicamente il pannello in questione.
Per non rischiare ritagli storti o comunque non corretti, unisco con del nastro adesivo ( tipo Tesa o Tamya) il pannello "ricalcato" al pezzo di lamierino che mi serve cercando di sovrapporli e farli aderire perfettamente.
Con l'aiuto di una forbice ed un cutter ( quest'ultimo dovrebbe essere molto preciso, tipo bisturi per intenderci) vado finalmente a ritagliare ( procedendo con taglio diritto oppure rotondo a seconda della sagoma, cercando di essere il più preciso possibile ), il pannello ottenendo così un "clone".
Conservo la "dima" utilizzata per realizzare il pannello (clone), in quanto questa operazione, dovrà essere ripetuta in futuro, magari per una seconda o forse terza volta. I lati del modello sono infatti due e quindi, è sufficiente posizionare la "dima" nel verso opposto per ottenere il pannello necessario al lato contrario.
Risparmiare un poco di tempo in un lavoro del genere, non può che far piacere.
Questo è tuttavia solo il principio perchè ora, si dovrà procedere ad una prova prima di fissare il pannello definitivamente. Ricordiamoci che il lamierino, una volta fissato con del cianoacrilico flex, se dovesse venire rimosso per qualsiasi motivo (anche un banale ripensamento) difficilmente potrebbe essere ancora utilizzabile.
Personalmente, non lesino mai sui miei modelli, prove e simulazioni ( a prescindere da questa tecnica) per non trovare brutte, anzi bruttissime sorprese e potete scommettere che nonostante ciò, le sorprese arrivano sempre e quando meno te le aspetti .
Verificata la idoneità del pannello "clonato", apportati gli eventuali aggiustamenti ( non dimentichiamo che alla fine, per conferire omogeneità all'intero lavoro, sarà sicuramente necessario intervenire con i soliti strumenti di limatura, carteggiatura e stuccatura e dunque lucidatura finale) procedo alla fase di reincisione ove richiesta ( sportelli, vani, linee di fuga ecc.) e di rivettatura " a punzone " ovvero quella più marcata ( di solito presente sulla chiusura dei coprimotori dove si allaccia al castello o sui bordi d'attacco delle ali ) ed infine, a quella standard servendomi della rivettatrice scalata seguendo le linee dei pannelli e riservando di completare questo lavoro, quando tutti i pannelli sono fissati.
[justify]Il motivo di ciò è semplice, le rivettature devono essere omogenee e quindi segnare il percorso dall'inizio alla fine e non interrompersi tra un pannello e l'altro.
Nei modelli reali, le rivettature indicano la ribattuta del pannello esterno contro la struttura interna e tale dovrebbe essere rispettata "anche idealmente" sul nostro modello.
Terminata questa prima fase, comincio ad applicare i pannelli già pronti e verificati.
Al momento, mi sento soddisfatto sullo sviluppo di questo progetto sperimentale ed anche se la meta è ancora molto lontana spero che il risultato finale, sia all'altezza delle aspettative e dell'impegno realmente profuso.
Questa tecnica riesce ad entusiasmarmi perchè restituisce ad un modello che mi sta particolarmente a cuore, un dettaglio ed un realismo veramente particolari perchè il foglio di lamierino (alluminio) utilizzato allo scopo, oltre confermare la tipicità ed esclusività del rivestimento metallico, riflette positivamente quella piacevole "irregolarità" che ho sempre visto ed invidiato sui modelli veri purtroppo non riproducibile sui modelli plastici se non attraverso tecniche particolari e questa è una di quelle.
Alla prossima e come sempre, buonissimo modellismo a tutti.
Giorgio
- OspiteOspite
Re: Project Tempest : Hawker Tempest MkV - Eduard modelkit scale 1:48
Dom Giu 03, 2012 1:21 pm
Ciao Giorgio,
era da parecchio che mancavo di visitare il forum e trovo la piacevole novità di un nuovo gradevole layout.
Vedo che il Tempest procede bene. Su MT ti ho posto qualche quesito, quando hai tempo dagli un'occhiata.
Alla fine di questo lavoro sul Tempest vorrei leggere il tuo parere complessivo sulla tecnica di ricopertura con lamina metallica.
A presto
microciccio
era da parecchio che mancavo di visitare il forum e trovo la piacevole novità di un nuovo gradevole layout.
Vedo che il Tempest procede bene. Su MT ti ho posto qualche quesito, quando hai tempo dagli un'occhiata.
Alla fine di questo lavoro sul Tempest vorrei leggere il tuo parere complessivo sulla tecnica di ricopertura con lamina metallica.
A presto
microciccio
Re: Project Tempest : Hawker Tempest MkV - Eduard modelkit scale 1:48
Ven Giu 22, 2012 7:23 pm
Ciao Paolo.
Grazie della visita e dei commenti sia al modello che al nuovo "look" di questo spazio.
Solo ora trovo il momento per un update.
Sicuramente, non è lontano il momento per tirare le somme su questa bella avventura metallica.
Al momento posso solo anticiparti che è VERAMENTE OK!!
Sicuramente avrai inteso che il mio obiettivo non è certo questo ma solo il punto di partenza per modelli di ben altra levatura e tu sai cosa intendo!!!!.
Il risultato per ora va oltre le mie aspettative, comunque prima di cantare vittoria, preferisco attendere la conclusione del lavoro che non dovrebbe essere così lontana.
Ed ora, passiamo agli ulteriori sviluppi:
diamo un'occhiata da vicino al Napier Sabre MkII b realizzato sapientemente dalla CMK.
ed ai riferimenti tecnici : immagine realizzata solo a scopo illustrativo e di riferimento tecnico .
Passiamo ora a definire gli ulteriori pannelli alari:
Preparo il pavimento del pozzetto dei carrelli, provvedendo a rivestire con il metallo ultrafine seguendo la trama del disegno originale e dettagliandolo con la rivettatura in scala.
Questo è un tipico esempio della duttilità del rivestimento metallico utilizzato: esrcitando una leggerissima pressione con le dita sul pannello appena ritagliato, riesco a riprodurre perfettamente la trama del modello originale evitando così l'eventuale perdita di dettagli o informazioni.
Stesso discorso, vale per le eventuali "bugne" ( come questa che vedete qui in basso a sinistra ) che si trovano sparse qua e la sopra e sotto le ali di questi velivoli della WWII.
A questo punto, eseguo al "volo" una prova, appoggiando le fotoicisioni fornite a parte da Eduard per la posa dei flaps in discesa.
Per le aperture dei vani subalari per l'espulsione dei bossoli, mi sono servito di un cesellatore con la punta " a cacciavite concava " e rifiniti singolarmente a mano.
Ora ripetiamo la procedura di rivestimento metallico dei pannelli, per ricoprire i piani di coda ed i relativi flaps.
Uno sguardo alle parti originali, ci rivela l'assenza di rivettature e parti mobili.
Pertanto, provvedo a separare i piani di coda dai flaps, preparare le due parti modellandole nelle classiche forme concave e convesse per un incastro ottimale cercando di rispettare gli originali.
Nelle parti che andranno ad incastrarsi, provvedo a rivettarle e predisporre i fori di ancoraggio.
Passiamo alle immagini:
così si presenta il piano di coda ed ora provvedo a separarlo dal suo flap.
Abbiamo ottenuto questo risultato ovvero due parti completamente squadrate dalla linea di taglio. Per poter modellare il piano di coda con il flap abbassato si rende necessario ricreare e modellare le parti affinchè ripetano il movimento ad incastro e rotatorio come nell'originale.
Per questo, dovrò rendere il piano di coda, con la parte terminale concava ed il suo flap, al contrario, convessa affinchè possano incastrarsi perfettamente e posizionarsi come scelto dall'esecitore assumendo una posizione meccanica naturale.
Seguendo la ormai nota procedura, ho ricostruito le necessarie pannellature servendomi del film di acetato per creare i clone e del foglio di metallo anodizzato per il rivestimento.
Prima di tutto, vediamo di fissare con del nastro adesivo, il pezzo da clonare.
Ora posizioneremo il pezzo o i pezzi come in questo caso, assicurandoci che non si muovano.
Ritagliamo una porzione di film che possa contenere il nostro pezzo.
Una volta bloccato il film di acetato con il solito nastro adesivo, cloneremo il pannello/i seguendo esattamente le seriografie originali utilizzando un pennarello o marker indelebile ( apposta per i lucidi mi raccomando ) così da ottenere una sorta di sorgente o matrice.
Infatti la matrice, viene ora posizionata sul foglio di metallo anodizzato pronta per essere incisa e dunque dar vita al clone vero e proprio del pannello di rivestimento metallico.
A questo punto, si procede con la vera e propria incisione del pannello ( in quanto è già stato tagliato seguendo i tratti del marker indelebile ).
E' importante sottolineare l'importanza in questo lavoro, degli strumenti utilizzati. Vale la solita regola, più sono precisi e puliti gli strumenti, più otterremo un risultato abbastanza prossimo ai nostri desiderata. Inutile dire che vale lo stesso discorso che sento più volte ripeter a proposito dell'aerografo.
Ecco come si presenta "in prima battuta " ( e dal rovescio ) il rivestimento metallico prima del taglio finale ( pannello).
I pannelli, una volta lavorati, incisi e rivettati, devono essere "rullati" ( va benissimo qualsiasi srtumento cilindrico purchè assolutamente liscio e dello spessore di un pennarello ) ovvero ripassati fronte e retro ed in tutti i sensi di scorrimento affichè si possa ottenere un pannello perfettamente liscio e nella giusta curvatura idonea ad adattarsi alle esigenze del caso.
Preparato il pannello, con le rivettature ( in negativo o positivo a seconda della necessità ) e le eventuali aperture ( come in questo caso ), dopo aver eseguito la obbligatoria prova/e o test di perfetto posizionamento e ripeto, solo dopo tale prova, si stendono poche gogge di ciano acrilico flex e si adagia delicatissimamente sopra al pezzo originale assicurandoci di non esercitare alcuna pressione e d avere come priorità, il perfetto posizionamento del pezzo ( nel senso che non dovrebbe sbordare da nessuna parte rispetto all'originale ) che, con il collante flex, si riesce a posizionare o correggere traiettorie involontariamente errate o non propriamente perfette.
Così si presenta il pannello in via definitiva e sullo sfondo, si può notare la differenza con quello fornito nel kit ( peraltro già lavorato e preparato per questo scopo ).
Questo è il risultato sino ad orta raggiunto. Alla prossima e mi raccomando, restate sintonizzati.
Giorgio.
Grazie della visita e dei commenti sia al modello che al nuovo "look" di questo spazio.
Solo ora trovo il momento per un update.
Sicuramente, non è lontano il momento per tirare le somme su questa bella avventura metallica.
Al momento posso solo anticiparti che è VERAMENTE OK!!
Sicuramente avrai inteso che il mio obiettivo non è certo questo ma solo il punto di partenza per modelli di ben altra levatura e tu sai cosa intendo!!!!.
Il risultato per ora va oltre le mie aspettative, comunque prima di cantare vittoria, preferisco attendere la conclusione del lavoro che non dovrebbe essere così lontana.
Ed ora, passiamo agli ulteriori sviluppi:
diamo un'occhiata da vicino al Napier Sabre MkII b realizzato sapientemente dalla CMK.
ed ai riferimenti tecnici : immagine realizzata solo a scopo illustrativo e di riferimento tecnico .
Passiamo ora a definire gli ulteriori pannelli alari:
Preparo il pavimento del pozzetto dei carrelli, provvedendo a rivestire con il metallo ultrafine seguendo la trama del disegno originale e dettagliandolo con la rivettatura in scala.
Questo è un tipico esempio della duttilità del rivestimento metallico utilizzato: esrcitando una leggerissima pressione con le dita sul pannello appena ritagliato, riesco a riprodurre perfettamente la trama del modello originale evitando così l'eventuale perdita di dettagli o informazioni.
Stesso discorso, vale per le eventuali "bugne" ( come questa che vedete qui in basso a sinistra ) che si trovano sparse qua e la sopra e sotto le ali di questi velivoli della WWII.
A questo punto, eseguo al "volo" una prova, appoggiando le fotoicisioni fornite a parte da Eduard per la posa dei flaps in discesa.
Per le aperture dei vani subalari per l'espulsione dei bossoli, mi sono servito di un cesellatore con la punta " a cacciavite concava " e rifiniti singolarmente a mano.
Ora ripetiamo la procedura di rivestimento metallico dei pannelli, per ricoprire i piani di coda ed i relativi flaps.
Uno sguardo alle parti originali, ci rivela l'assenza di rivettature e parti mobili.
Pertanto, provvedo a separare i piani di coda dai flaps, preparare le due parti modellandole nelle classiche forme concave e convesse per un incastro ottimale cercando di rispettare gli originali.
Nelle parti che andranno ad incastrarsi, provvedo a rivettarle e predisporre i fori di ancoraggio.
Passiamo alle immagini:
così si presenta il piano di coda ed ora provvedo a separarlo dal suo flap.
Abbiamo ottenuto questo risultato ovvero due parti completamente squadrate dalla linea di taglio. Per poter modellare il piano di coda con il flap abbassato si rende necessario ricreare e modellare le parti affinchè ripetano il movimento ad incastro e rotatorio come nell'originale.
Per questo, dovrò rendere il piano di coda, con la parte terminale concava ed il suo flap, al contrario, convessa affinchè possano incastrarsi perfettamente e posizionarsi come scelto dall'esecitore assumendo una posizione meccanica naturale.
Seguendo la ormai nota procedura, ho ricostruito le necessarie pannellature servendomi del film di acetato per creare i clone e del foglio di metallo anodizzato per il rivestimento.
Prima di tutto, vediamo di fissare con del nastro adesivo, il pezzo da clonare.
Ora posizioneremo il pezzo o i pezzi come in questo caso, assicurandoci che non si muovano.
Ritagliamo una porzione di film che possa contenere il nostro pezzo.
Una volta bloccato il film di acetato con il solito nastro adesivo, cloneremo il pannello/i seguendo esattamente le seriografie originali utilizzando un pennarello o marker indelebile ( apposta per i lucidi mi raccomando ) così da ottenere una sorta di sorgente o matrice.
Infatti la matrice, viene ora posizionata sul foglio di metallo anodizzato pronta per essere incisa e dunque dar vita al clone vero e proprio del pannello di rivestimento metallico.
A questo punto, si procede con la vera e propria incisione del pannello ( in quanto è già stato tagliato seguendo i tratti del marker indelebile ).
E' importante sottolineare l'importanza in questo lavoro, degli strumenti utilizzati. Vale la solita regola, più sono precisi e puliti gli strumenti, più otterremo un risultato abbastanza prossimo ai nostri desiderata. Inutile dire che vale lo stesso discorso che sento più volte ripeter a proposito dell'aerografo.
Ecco come si presenta "in prima battuta " ( e dal rovescio ) il rivestimento metallico prima del taglio finale ( pannello).
I pannelli, una volta lavorati, incisi e rivettati, devono essere "rullati" ( va benissimo qualsiasi srtumento cilindrico purchè assolutamente liscio e dello spessore di un pennarello ) ovvero ripassati fronte e retro ed in tutti i sensi di scorrimento affichè si possa ottenere un pannello perfettamente liscio e nella giusta curvatura idonea ad adattarsi alle esigenze del caso.
Preparato il pannello, con le rivettature ( in negativo o positivo a seconda della necessità ) e le eventuali aperture ( come in questo caso ), dopo aver eseguito la obbligatoria prova/e o test di perfetto posizionamento e ripeto, solo dopo tale prova, si stendono poche gogge di ciano acrilico flex e si adagia delicatissimamente sopra al pezzo originale assicurandoci di non esercitare alcuna pressione e d avere come priorità, il perfetto posizionamento del pezzo ( nel senso che non dovrebbe sbordare da nessuna parte rispetto all'originale ) che, con il collante flex, si riesce a posizionare o correggere traiettorie involontariamente errate o non propriamente perfette.
Così si presenta il pannello in via definitiva e sullo sfondo, si può notare la differenza con quello fornito nel kit ( peraltro già lavorato e preparato per questo scopo ).
Questo è il risultato sino ad orta raggiunto. Alla prossima e mi raccomando, restate sintonizzati.
Giorgio.
- OspiteOspite
Re: Project Tempest : Hawker Tempest MkV - Eduard modelkit scale 1:48
Sab Giu 23, 2012 6:03 am
Ciao Giorgio,
stato avanzamento lavori sempre interessante.
Una noticina sul nuovo layout. Bello ma con i testi presenti nei bottoni scarsamente leggibili.
Attendo sviluppi sulla Tempesta
microciccio
stato avanzamento lavori sempre interessante.
Una noticina sul nuovo layout. Bello ma con i testi presenti nei bottoni scarsamente leggibili.
Attendo sviluppi sulla Tempesta
microciccio
Re: Project Tempest : Hawker Tempest MkV - Eduard modelkit scale 1:48
Dom Set 09, 2012 2:26 pm
microciccio ha scritto:Ciao Giorgio,
stato avanzamento lavori sempre interessante.
Una noticina sul nuovo layout. Bello ma con i testi presenti nei bottoni scarsamente leggibili.
Attendo sviluppi sulla Tempesta
microciccio
Ciao Paolo. Sempre grazie della visita e del commento.
Per il layout, spero di aver risolto.
Giorgio
- OspiteOspite
Re: Project Tempest : Hawker Tempest MkV - Eduard modelkit scale 1:48
Dom Set 09, 2012 5:53 pm
Ciao Giorgio,aquatarkus10 ha scritto:...Per il layout, spero di aver risolto....
hai proprio cambiato in toto il layout . In ogni caso si, adesso i problemi di leggibilità sono risolti.
microciccio
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